BRUNELLO CUCINELLI si racconta agli studenti dell’ITE SCARPELLINI

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FOLIGNO – Lo ha detto subito. Brunello Cucinelli, il re del cachemire, l’imprenditore umanista che fattura qualcosa come 500 milioni di euro,  lui che nei sogni ci ha creduto, sempre, senza mai un tentennamento, ci ha creduto al punto da incarnarli, ai ragazzi dell’Istituto Tecnico Economico ‘F. Scarpellini’ di Foligno, in religioso silenzio ad ascoltarlo, ha detto: “Fate come me, seguite i vostri sogni”.  Nell’Aula Magna della scuola, gremita di diciottenni a un passo dal diploma, si respirava, stamattina, un’aria d’attesa. Come se questi giovani, seduti gomito a gomito, lo sguardo fisso su di lui, l’uomo nuovo, l’imprenditore in jeans e pullover che parla di Socrate, Platone, Marco Aurelio ma anche di calcio, donne e vecchi amici, attendessero il compiersi di un miracolo. Come se lui, col suo tono di voce pacato, i modi informali, la battuta pronta, fosse lì per indicar  loro la strada. E allora, uno ad uno, si sono alzati in piedi e, microfono in mano, gli hanno chiesto dove si trovi la bellezza che salverà il mondo. “Qui. Ora. In questa bella città che è Foligno, in tutte le piccole, perfette cose del Creato”, ha risposto Cucinelli. Ha detto loro di difenderla, la bellezza del mondo. La bellezza dei luoghi. La loro anima. Che è quel genius loci, sacro e inviolabile, che non va oltraggiato. Così come non vanno frustrati i sogni, mortificate le aspirazioni, delusi i progetti di vita. “Siate gioiosi, ché per essere creativi bisogna essere gioiosi, ha proseguito Cucinelli. Che ha ufficialmente lanciato un concorso di idee, invitando da lui, nel borgo medioevale di Solomeo, tutti gli aspiranti inventori. “Facciamo così. Se avete una buona idea, parlo di invenzione di manufatti, vi aspetto, tempo un mese e mezzo, per parlarne insieme”. Poi, prima di congedarli, questi giovani alla ricerca di risposte, gli occhi incollati su di lui, ha strappato loro la promessa di ripulire le scritte sui muri. E loro, gli studenti dello Scarpellini hanno detto sì, hanno detto di essere pronti a farlo, secchio, pennello e una buona dose di olio di gomito, pur puntualizzando di non essere stati loro a deturpare l’edificio ma anonimi writers che di notte scavalcano il cancello della scuola. “Che il Custode dell’Universo ci illumini la vita”, ha poi concluso Cucinelli. Un augurio che ognuno, preside, studenti, docenti, imprenditori, ha declinato a proprio modo, così come succede quando si dice qualcosa di profondamente vero, qualcosa che sa essere universale e particolare insieme, di tutti e di ognuno.

 

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